#STEP4 CITAZIONI NELLE COSE

IL PORTO NELL' ENEIDE TRA MITO E STORIA

L' Eneide è un poema epico della cultura latino scritto dal poeta Publio Virgilio Marone tra il 29 a.C. e il 19 a.C.. Narra la leggendaria storia dell' eroe troiano Enea, uno dei più grandi personaggi della mitologia greca, che riuscì a fuggire dopo la caduta della città di Troia, e che viaggiò per il Mediterraneo (con approdo nei pressi di Porto Badisco) sino al Lazio, diventando il progenitore del popolo romano.

Questo è il tanto discusso passo del ben più famoso racconto dell' Eneide virgiliana. Come si può leggere e parafrasare è evidente la presenza di un doppio muro che accoglie come un porto; questa descrizione è facilmente riscontrabile con le caratteristiche della baia di Otranto, uniche nella penisola salentina, alla cui imboccatura si colloca uno scoglio che sembra chiudere il porto naturale di Badisco. Sono citati anche dei cavalli (destrier) che pascolavano su un prato, il quale può collegarsi alla verde pianura di Sant' Emiliano nelle vicinanze.

“È di vèr l’Orïente un curvo seno / in guisa d’arco, a cui di corda in vece / sta d’un lungo macigno un dorso avanti, / ove spumoso il mar percuote e frange. / Ne’ suoi corni ha due scogli, anzi due torri, /che con due braccia il mar dentro accogliendo, lo fa porto e l’asconde; e sovra al porto / lunge dal lito è ‘l tempio. Ivi smontati, / quattro destrier vie piú che neve bianchi, / che pascevano il campo, al primo incontro per nostro augurio avemmo”. (LIBRO TERZO, 137)

Ultimi ritrovamenti di un busto, riconducibile al corpo di Minerva, nei pressi della vicina Otranto fanno pensare a una possibile divisione della piccola "flotta" con la quale Enea è approdato in Italia, quindi è possibile che parte dell' equipaggio sia approdato a Otranto e il restante a Badisco. Un'altra possibile ricostruzione è che il tempio di Minerva, citato nell' Eneide come meta di sbarco, sia stato visto solo in lontananza per poi vederlo scomparire mentre si avvicinavano alla costa.